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A review by dely_dd
Il regno di Dio è in voi by Leo Tolstoy
5.0
4,5
Tolgo mezza stellina perché Tolstoj è molto ripetitivo e perché la traduzione mantiene molti arcaismi che rendono la lettura poco scorrevole.
Detto ciò, da dove iniziare per parlare di questo capolavoro che fu scritto alla fine del XIX secolo ma è sotto molti punti di vista ancora attuale? Volevo leggere questo libro da quando lessi un'autobiografia di Gandhi in cui dice che iniziò una corrispondenza con Tolstoj scambiando opinioni sul concetto di non-violenza proprio dopo aver letto questo libro che lo toccò profondamente. Spesso si pensa che la non-violenza (ahimsa, ovvero assenza/astensione dal male) sia stata inventata da Gandhi, ma questo concetto si trova già negli Yoga Sutra di Patanjali (che rientra comunque nella tradizione ortodossa dell'induismo) e precisamente nei precetti etici e morali degli Yama (non-violenza, non mentire, non rubare, castità, non essere avidi). Ebbene, lo stesso concetto di non-violenza, ovvero la non-resistenza al male con la violenza (per intenderci il "ama anche il tuo nemico") viene espresso anche nel Sermone della Montagna. Ecco ciò che lega Tolstoj e Gandhi, ed ecco come sono arrivata alla decisione di cercare e leggere Il regno di Dio è in voi. Sembra un paradosso: battezzata e cresciuta in una cultura cattolica, mi ci è voluto lo Yoga e l'induismo per avvicinarmi di nuovo al cattolicesimo. Volevo aggiungere anche questo piccolo dettaglio perché Tolstoj parla anche del bigottismo che regna nel cristianesimo. Lo stesso bigottismo che aveva allontanato me dal cattolicesimo.
Se si inizia questo libro pensando di trovarvi una predica cristiana di Tolstoj, consigli su come ritrovare il regno di Dio in noi, si rimarrà delusi. Partendo dal concetto di non-resistenza al male con la violenza, Tolstoj fa un'analisi della società anche dal punto di vista politico. Anzi, si può considerare più un libro di politica che un sermone religioso. Parla delle ingiustizie della sua epoca, ma come accennato all'inizio della recensione, ciò che dice è ancora attuale: sono cambiati gli oppressori, ma gli oppressi ci sono ancora; sono cambiati i metodi per sottomettere, ingannare, derubare il popolo, ma i poveri e gli sfruttati ci sono ancora. Secondo Tolstoj, l'unico modo per cambiare radicalmente il mondo, è che tutti dovrebbero iniziare a seguire i precetti del Sermone della Montagna, soprattutto quello di non reagire al male con la violenza. Soltanto quando ogni essere umano sarà capace di vedere nel prossimo, anche nel nemico, un fratello, finiranno le oppressioni, lo sfruttamento e la mania di conquista e di potere.
Affronta anche il tema del bigottismo e ci va giù pesante con la Chiesa e con i preti che benedicevano anche gli eserciti che partivano per la guerra. Ce l'ha con chi si professa cristiano ma poi sfrutta il prossimo per arricchirsi, si arruola nell'esercito, condanna a morte o manda in prigione. Secondo Tolstoj ci hanno sempre fatto credere che le punizioni sono necessarie per vivere in una società più ordinata e civile, e noi continuiamo a farci ingannare mentre è sotto gli occhi di tutti che pena di morte o carcere non hanno eliminato assassini e ladri. Peggio ancora quando condanne e punizioni sono ingiuste e perpetrate verso innocenti. Secondo Tolstoj è più colpevole un giudice che si professa cristiano e condanna a morte piuttosto che uno squilibrato che uccide.
I ladri, gli assassini, i truffatori, che commettono degli atti riconosciuti come cattivi da loro stessi e da tutti gli altri uomini, sono l'esempio di ciò che non si deve fare. Invece, coloro che commettono gli stessi furti, violenze, uccisioni, dissimulandoli con ogni specie di giustificazioni religiose o scientifiche, come fanno tutti i proprietari, commercianti, fabbricanti e funzionari, provocano l'imitazione e fanno del male non solo a coloro che ne soffrono direttamente, ma anche a migliaia e milioni di uomini che pervertono e perdono, facendo sparire ogni distinzione fra il bene e il male.
Tolstoj affronta in modo dettagliato anche la questione della leva obbligatoria, di come questi ragazzi vengano mandati ad uccidere persone che non gli hanno mai fatto niente di male, e di come l'esercito venga utilizzato per far mantenere il potere e i privilegi a pochi potenti.
Un altro tema interessante è quello dei tre "piani" in cui si suddivide l'umanità. C'è il piano "naturale", selvaggio, in cui gli uomini non avevano ancora un ordinamento sociale; il piano "sociale", quello in cui viviamo anche noi ma dal quale dobbiamo affrancarci per costituire un piano superiore "divino" in cui si vive amando il prossimo e in cui non ci saranno più ingiustizie.
Il cristianesimo e i suoi valori, però, non possono essere imposti. Tolstoj crede che ogni essere umano, praticando questi valori, possa fare la differenza e dare l'esempio ad altri che si lamentano della situazione attuale ma non fanno niente per cambiarla perché convinti che una persona sola non può fare la differenza. E qui mi ricollego a Gandhi che disse Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.
È un libro veramente sostanzioso, e secondo me non è rivolto soltanto ai credenti. Ovvio, la soluzione di Tolstoj è quella di seguire le parole di Gesù, ma l'amore e il rispetto per il prossimo possono essere praticati da chiunque.
Tolgo mezza stellina perché Tolstoj è molto ripetitivo e perché la traduzione mantiene molti arcaismi che rendono la lettura poco scorrevole.
Detto ciò, da dove iniziare per parlare di questo capolavoro che fu scritto alla fine del XIX secolo ma è sotto molti punti di vista ancora attuale? Volevo leggere questo libro da quando lessi un'autobiografia di Gandhi in cui dice che iniziò una corrispondenza con Tolstoj scambiando opinioni sul concetto di non-violenza proprio dopo aver letto questo libro che lo toccò profondamente. Spesso si pensa che la non-violenza (ahimsa, ovvero assenza/astensione dal male) sia stata inventata da Gandhi, ma questo concetto si trova già negli Yoga Sutra di Patanjali (che rientra comunque nella tradizione ortodossa dell'induismo) e precisamente nei precetti etici e morali degli Yama (non-violenza, non mentire, non rubare, castità, non essere avidi). Ebbene, lo stesso concetto di non-violenza, ovvero la non-resistenza al male con la violenza (per intenderci il "ama anche il tuo nemico") viene espresso anche nel Sermone della Montagna. Ecco ciò che lega Tolstoj e Gandhi, ed ecco come sono arrivata alla decisione di cercare e leggere Il regno di Dio è in voi. Sembra un paradosso: battezzata e cresciuta in una cultura cattolica, mi ci è voluto lo Yoga e l'induismo per avvicinarmi di nuovo al cattolicesimo. Volevo aggiungere anche questo piccolo dettaglio perché Tolstoj parla anche del bigottismo che regna nel cristianesimo. Lo stesso bigottismo che aveva allontanato me dal cattolicesimo.
Se si inizia questo libro pensando di trovarvi una predica cristiana di Tolstoj, consigli su come ritrovare il regno di Dio in noi, si rimarrà delusi. Partendo dal concetto di non-resistenza al male con la violenza, Tolstoj fa un'analisi della società anche dal punto di vista politico. Anzi, si può considerare più un libro di politica che un sermone religioso. Parla delle ingiustizie della sua epoca, ma come accennato all'inizio della recensione, ciò che dice è ancora attuale: sono cambiati gli oppressori, ma gli oppressi ci sono ancora; sono cambiati i metodi per sottomettere, ingannare, derubare il popolo, ma i poveri e gli sfruttati ci sono ancora. Secondo Tolstoj, l'unico modo per cambiare radicalmente il mondo, è che tutti dovrebbero iniziare a seguire i precetti del Sermone della Montagna, soprattutto quello di non reagire al male con la violenza. Soltanto quando ogni essere umano sarà capace di vedere nel prossimo, anche nel nemico, un fratello, finiranno le oppressioni, lo sfruttamento e la mania di conquista e di potere.
Affronta anche il tema del bigottismo e ci va giù pesante con la Chiesa e con i preti che benedicevano anche gli eserciti che partivano per la guerra. Ce l'ha con chi si professa cristiano ma poi sfrutta il prossimo per arricchirsi, si arruola nell'esercito, condanna a morte o manda in prigione. Secondo Tolstoj ci hanno sempre fatto credere che le punizioni sono necessarie per vivere in una società più ordinata e civile, e noi continuiamo a farci ingannare mentre è sotto gli occhi di tutti che pena di morte o carcere non hanno eliminato assassini e ladri. Peggio ancora quando condanne e punizioni sono ingiuste e perpetrate verso innocenti. Secondo Tolstoj è più colpevole un giudice che si professa cristiano e condanna a morte piuttosto che uno squilibrato che uccide.
I ladri, gli assassini, i truffatori, che commettono degli atti riconosciuti come cattivi da loro stessi e da tutti gli altri uomini, sono l'esempio di ciò che non si deve fare. Invece, coloro che commettono gli stessi furti, violenze, uccisioni, dissimulandoli con ogni specie di giustificazioni religiose o scientifiche, come fanno tutti i proprietari, commercianti, fabbricanti e funzionari, provocano l'imitazione e fanno del male non solo a coloro che ne soffrono direttamente, ma anche a migliaia e milioni di uomini che pervertono e perdono, facendo sparire ogni distinzione fra il bene e il male.
Tolstoj affronta in modo dettagliato anche la questione della leva obbligatoria, di come questi ragazzi vengano mandati ad uccidere persone che non gli hanno mai fatto niente di male, e di come l'esercito venga utilizzato per far mantenere il potere e i privilegi a pochi potenti.
Un altro tema interessante è quello dei tre "piani" in cui si suddivide l'umanità. C'è il piano "naturale", selvaggio, in cui gli uomini non avevano ancora un ordinamento sociale; il piano "sociale", quello in cui viviamo anche noi ma dal quale dobbiamo affrancarci per costituire un piano superiore "divino" in cui si vive amando il prossimo e in cui non ci saranno più ingiustizie.
Il cristianesimo e i suoi valori, però, non possono essere imposti. Tolstoj crede che ogni essere umano, praticando questi valori, possa fare la differenza e dare l'esempio ad altri che si lamentano della situazione attuale ma non fanno niente per cambiarla perché convinti che una persona sola non può fare la differenza. E qui mi ricollego a Gandhi che disse Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.
È un libro veramente sostanzioso, e secondo me non è rivolto soltanto ai credenti. Ovvio, la soluzione di Tolstoj è quella di seguire le parole di Gesù, ma l'amore e il rispetto per il prossimo possono essere praticati da chiunque.