A review by queerginiawolf
La fila by Basma Abdel Aziz

5.0

Il potere è un concetto. Non serve che esista realmente, anzi: funziona meglio quando è invisibile, assente, sospettato, minacciato. Che è poi la risposta alla domanda “Perché hai paura di uno stato di Polizia, se non commetti nulla di male?”. Perché sei sempre potenzialmente dalla parte del torto, anche quando non è vero. Anche quando vieni ferito per caso ma la tua sola esistenza è una minaccia per il mantenimento dell’ordine. Ordine che tutela chi controlla il potere, non i civili. Può controllarlo anche La Porta, una struttura che emana documenti ma non ha volto, che decide di non agire, e che nel suo non agire è più vera e viva e pervasiva, fino a trasformare uno stato d’emergenza eccezionale nella norma, una norma che porta ad un finale minacciosamente inquietante. Buffo che la terra inventata dall’autrice sia così simile a quelle cose che vediamo in Italia, o che vedremmo, se i media ne parlassero (le narrazioni degli scontri nel romanzo non sono molto diversi dagli eventi de L’Asilo di Torino, o di decine di simili, dove la verità viene ricostruita secondo necessità).
Potere è ciò che riteniamo tale. Lo mantiene chi riceve la nostra investitura in un atto di fede collettivo. E come tutti gli atti di fede è sempre possibile di ridiscussione o di revoca. Possibilmente prima che sia impossibile immaginare un’alternativa.