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A review by momotan
Il trio della Dama Nera by Irene M. Adler, Alessandro Gatti, Pierdomenico Baccalario
adventurous
funny
lighthearted
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? No
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? Yes
- Flaws of characters a main focus? No
3.5
Rilettura 2025
Piacevole ritrovare in formato giovanile Lupin, Sherlock e Irene Adler. Dà emozioni da serie anime, a cui trovo un paio di pecche.
La prima, è l'attualità. Venti anni fa, forse anche dieci, il target si riferimento di questo libro sicuramente conosceva almeno Lupin (dai cartoni visti in tv) e Sherlock (tra serie, film e quant'altro, almeno di nome e di fama lo conoscevano tutti). Irene Adler è molto più difficile fosse conosciuta dai giovani lettori, ma l'interesse viene trainato dai due vip e va bene.
Ora però non so quanto almeno Lupin sia conosciuto, senza i cartoni in televisione... Sherlock mantiene probabilmente la sua aura, ma il ladro francese?
Che non sarebbe di per sé un problema, non fosse per la pecca numero due, e cioè i continui richiami al futuro, al fatto che uno sarebbe diventato il più grande detective della storia e l'altro il ladro più famoso al mondo.
Alla lunga questi accenni diventano effettivamente fastidiosi, lo confesso.
Resta un libro che da piccolo avrei adorato, non so però per esempio quanto lo potrebbe trovare interessante mio nipote, tra personaggi ignoti e ambientazione di fine ottocento (mentre un tempo si cresceva con libri che erano in stragrande maggioranza scritti e ambientati tra ottocento e inizi del novecento).
La storia in sé è tutto sommato lineare e semplice, come si addice al target e a un primo libro.
Conosciamo i personaggi e le loro famiglie, vediamo i semi di ciò che diventerann e avremmo pure delle domande per i prossimi libri, peccato che la maggior parte abbia già una veloce risposta data dalle solite anticipazioni di Irene.
---------
Questo libro è il primo di una serie per ragazzi, a cavallo tra l'avventura e il giallo.
Una serie che ha il grande pregio (oltre a ricordarmi i libri dei club di piccoli detective che leggevo da piccolo, razziando le librerie degli zii) di chiamare in causa tre figure ormai leggendarie, potremmo dire.
La protagonista, voce narrante e presunta scrittrice (anche se il progetto è di Beccalario e questo libro di Gatti), è una dodicenne Irene Adler, giunta sulla costa francese con la madre per stare in villeggiatura durante le vacanze.
Saremo quindi, come collocazione temporale, a cavallo tra l'800 e il '900.
Qui, a Saint-Malo, l'intraprendente (e insofferente della prigionia in casa) Irene conosce Sherlock Holmes, un ragazzo magrolino e assorto nella lettura di un libro, arguto e irriverente. E' lui a introdurla al suo amico, Lupin.
Anche Sherlock è lì in villeggiatura, proveniente dall'Inghilterra, mentre Lupin è del posto, figlio di un abilissimo acrobata ed esperto di arti marziali.
Questo libro mostra la nascita dell'amicizia tra i tre intelligentissimi ragazzi (due dei quali erano già grandi amici), lascia intuire dei problemi di Sherlock verso il fratello maggiore Mycroft, ed è cosparso di riferimenti al futuro (a narrare le vicende è un'Irene Adler molto più vecchia), quando Sherlock Holmes sarà il più grande detective di tutti i tempi e Lupin il più grande ladro.
Ci vengono fornite anche informazioni superflue su futuri sviluppi, come la scoperta (che avverrà in seguito) della reale occupazione del padre di Lupin (ladro pure lui) o del fatto che il ragazzo, che prima ignorava tutto ciò, imparerà proprio dal padre il mestiere. O del segreto di Irene Adler, al tempo da lei stessa ignorato e che provocava continue tensioni tra i genitori.
Comunque malgrado questi accenni continui al futuro il libro è scorrevole e piacevole da leggere, la storia prende il via dal ritrovamento (da parte dei ragazzi) di un cadavere sulla spiaggia, portato dalle onde. E si complica quando sparisce una preziosissima collana di damanti dalla casa della dama nera, un'altera e nobile signora in villeggiatura.
I ragazzi ovviamente si ritroveranno alle prese con problemi ben più grandi di loro, olte che ai tipici problemi in cui possono incorrere due ragazzi e una ragazza, tra i dodici e i quindici anni, che si ritrovino a passare tutte le giornate insieme, altrimenti un libro di questo tipo non avrebbe avuto senso.
L'unico difetto nella storia è che il biglietto ritrovato sul corpo del suicida, che non convince Sherlock, non ha motivo di renderlo sospettoso, al punto da fargli considerare l'ipotesi di un omicidio prima di quella del suicidio. A parte questo, tutto bene.
Lo avevo adocchiato in libreria molto tempo fa, irretito dal titolo della saga, dal nome dell'autrice, e successivamente dalla sinossi e anche dalle copertine interne (che fanno molto Alan Moore). Alla fine l'ho comprato sperando non mi deludesse e mi concedesse una lettura leggera e piacevole, un regalo al bambino che nei pomeriggi dalla nonna leggeva di giovani ragazzi che malgrado gli adulti risolvevano casi impossibili. Posso dirmi soddisfatto nelle mie aspettative, e so che continuerò a divertirmi leggendo questa serie.
Piacevole ritrovare in formato giovanile Lupin, Sherlock e Irene Adler. Dà emozioni da serie anime, a cui trovo un paio di pecche.
La prima, è l'attualità. Venti anni fa, forse anche dieci, il target si riferimento di questo libro sicuramente conosceva almeno Lupin (dai cartoni visti in tv) e Sherlock (tra serie, film e quant'altro, almeno di nome e di fama lo conoscevano tutti). Irene Adler è molto più difficile fosse conosciuta dai giovani lettori, ma l'interesse viene trainato dai due vip e va bene.
Ora però non so quanto almeno Lupin sia conosciuto, senza i cartoni in televisione... Sherlock mantiene probabilmente la sua aura, ma il ladro francese?
Che non sarebbe di per sé un problema, non fosse per la pecca numero due, e cioè i continui richiami al futuro, al fatto che uno sarebbe diventato il più grande detective della storia e l'altro il ladro più famoso al mondo.
Alla lunga questi accenni diventano effettivamente fastidiosi, lo confesso.
Resta un libro che da piccolo avrei adorato, non so però per esempio quanto lo potrebbe trovare interessante mio nipote, tra personaggi ignoti e ambientazione di fine ottocento (mentre un tempo si cresceva con libri che erano in stragrande maggioranza scritti e ambientati tra ottocento e inizi del novecento).
La storia in sé è tutto sommato lineare e semplice, come si addice al target e a un primo libro.
Conosciamo i personaggi e le loro famiglie, vediamo i semi di ciò che diventerann e avremmo pure delle domande per i prossimi libri, peccato che la maggior parte abbia già una veloce risposta data dalle solite anticipazioni di Irene.
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Questo libro è il primo di una serie per ragazzi, a cavallo tra l'avventura e il giallo.
Una serie che ha il grande pregio (oltre a ricordarmi i libri dei club di piccoli detective che leggevo da piccolo, razziando le librerie degli zii) di chiamare in causa tre figure ormai leggendarie, potremmo dire.
La protagonista, voce narrante e presunta scrittrice (anche se il progetto è di Beccalario e questo libro di Gatti), è una dodicenne Irene Adler, giunta sulla costa francese con la madre per stare in villeggiatura durante le vacanze.
Saremo quindi, come collocazione temporale, a cavallo tra l'800 e il '900.
Qui, a Saint-Malo, l'intraprendente (e insofferente della prigionia in casa) Irene conosce Sherlock Holmes, un ragazzo magrolino e assorto nella lettura di un libro, arguto e irriverente. E' lui a introdurla al suo amico, Lupin.
Anche Sherlock è lì in villeggiatura, proveniente dall'Inghilterra, mentre Lupin è del posto, figlio di un abilissimo acrobata ed esperto di arti marziali.
Questo libro mostra la nascita dell'amicizia tra i tre intelligentissimi ragazzi (due dei quali erano già grandi amici), lascia intuire dei problemi di Sherlock verso il fratello maggiore Mycroft, ed è cosparso di riferimenti al futuro (a narrare le vicende è un'Irene Adler molto più vecchia), quando Sherlock Holmes sarà il più grande detective di tutti i tempi e Lupin il più grande ladro.
Ci vengono fornite anche informazioni superflue su futuri sviluppi, come la scoperta (che avverrà in seguito) della reale occupazione del padre di Lupin (ladro pure lui) o del fatto che il ragazzo, che prima ignorava tutto ciò, imparerà proprio dal padre il mestiere. O del segreto di Irene Adler, al tempo da lei stessa ignorato e che provocava continue tensioni tra i genitori.
Comunque malgrado questi accenni continui al futuro il libro è scorrevole e piacevole da leggere, la storia prende il via dal ritrovamento (da parte dei ragazzi) di un cadavere sulla spiaggia, portato dalle onde. E si complica quando sparisce una preziosissima collana di damanti dalla casa della dama nera, un'altera e nobile signora in villeggiatura.
I ragazzi ovviamente si ritroveranno alle prese con problemi ben più grandi di loro, olte che ai tipici problemi in cui possono incorrere due ragazzi e una ragazza, tra i dodici e i quindici anni, che si ritrovino a passare tutte le giornate insieme, altrimenti un libro di questo tipo non avrebbe avuto senso.
L'unico difetto nella storia è che il biglietto ritrovato sul corpo del suicida, che non convince Sherlock, non ha motivo di renderlo sospettoso, al punto da fargli considerare l'ipotesi di un omicidio prima di quella del suicidio. A parte questo, tutto bene.
Lo avevo adocchiato in libreria molto tempo fa, irretito dal titolo della saga, dal nome dell'autrice, e successivamente dalla sinossi e anche dalle copertine interne (che fanno molto Alan Moore). Alla fine l'ho comprato sperando non mi deludesse e mi concedesse una lettura leggera e piacevole, un regalo al bambino che nei pomeriggi dalla nonna leggeva di giovani ragazzi che malgrado gli adulti risolvevano casi impossibili. Posso dirmi soddisfatto nelle mie aspettative, e so che continuerò a divertirmi leggendo questa serie.